Enforcement Statistiche da contestualizzare sul codice della strada Silvestro Mar... 07 April 2025 Cds Le statistiche avvalorano gli ottimi risultati del nuovo codice della strada. Ma attenzione, è risaputo: statisticamente tutto si spiega, ma una visuale soggettiva a volte rischia di complicare tutto. Il parere del MIT Scorrendo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è possibile appurare come ci siano stati degli importanti miglioramenti nel campo della circolazione stradale. Ovviamente i numeri debbono sempre essere contestualizzati. In un “macromondo relativo” è anche possibile che ciò sia vero, ma non è detto, però, che in termini globali vi sia analogo riscontro. Leggi anche: I dati del MIT sono ripresi “solamente” dalle periodiche segnalazioni trasmesse dai Comandi dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Stradale. Questo è un potenziale vulnus che minaccia la stessa statistica. L’attività contravvenzionale – infatti – non si limita a quelle componenti del comparto sicurezza. Si pensi agli svariati reparti di Polizia locale, per esempio, ma non solo. Ovvia conseguenza di quanto sopra è l’attesa della pubblicazione di dati non granulare ma globali. Ideale fonte, quindi, è ISTAT, ma è necessario attendere. È importante richiamare, infatti, come, per il 2023 (anno oramai con dati assestati) le polizie locali hanno rilevato il 65% degli incidenti stradali, specie avutasi in ambiente urbano. La realtà operativa è infatti molto diversificata sul territorio, anche se dovesse limitarsi al solo rilevamento degli incidenti stradali. La presenza della polizia locale in ogni comune italiano è possibile presupporla, al pari di un presidio dell’Arma dei Carabinieri, eppure è opportuno approfondire. Codice della strada, i limiti della statistica Orbene è opportuno ricordare come la pianta organica di un Comando dell’Arma sia originato da elementi contingenti e variabili. Si fa riferimento all’indice di criminalità sul dato territorio e la consistenza della popolazione, non necessariamente coincidente con quella di un solo Comune. Si comprenderà come i parametri per l’individuazione della forza organica della polizia locale sia differente e principalmente legata alla vision politica che sarà seguita da quell’Amministrazione locale, e ai suoi vincoli di bilancio. Ecco perché ci saranno dei Comuni, magari al di sotto degli 800 abitanti, con un solo Agente di Polizia in organico, oppure Enti che si sono consorziati per lo specifico servizio di Polizia locale. Si comprenderà quindi come, già da questo veloce distinguo, è facilmente desumere come i dati esposti dal Ministero non possono fotografare un reale miglioramento statistico. Nelle realtà territoriali dove è presente un solo Agente di Polizia Locale è ovvio supporre che l’attività contravvenzionale possa essere ugualmente portata avanti, ma quella dei rilievi, specie su un incidente mortale, sia devoluta al Comando dei Carabinieri competente su quel territorio (sia essa Stazione o Nucleo Radiomobile). Ovviamente ciò non avviene nei centri urbani dove il servizio di polizia locale sia più sviluppato, magari anche avendo un servizio di controllo del territorio h24. Quest’ultima realtà, una turnazione completa, presuppone sia una robusta pianta organica che accordi di carattere sindacali, quindi una politica di gestione del territorio anche coordinata con le altre forze dell’ordine presenti. Ciò non è scontato, nemmeno nelle città capoluogo, si pensi a Lecce, per esempio, dove la turnazione h24 presenta delle criticità che, invero, non hanno realtà più strutturate come Roma Capitale. Probabilmente, al pari di un osservatorio sugli autovelox, dovrebbe essere istituito un tavolo permanente sulla sicurezza stradale. Lo stesso dovrebbe coinvolgere direttamente tutti gli Enti, magari mediante una piattaforma telematica gestita direttamente dal MIT, dove far confluire tutti i dati, al netto dei proventi contravvenzionali. Silvestro Marascio