Enforcement Smart Road Geopolitica & smart mobility, universo in fermento Silvestro Mar... 27 January 2025 News&Trend La competizione globale diventa realmente tale, interessando la supply chain anche del mondo smart, quindi perché non della mobility? Geopolitica & supply chain Ormai la competizione tra Paesi non esiste, o non dovrebbe esistere, spostandosi invero su realtà continentali, sicuramente più strutturate. La conflittualità è notevolmente aumentata, come dimostrano la guerra al confine Russo-Ucraino, aggravata dal possibile intervento nord Coreano, e la guerra Arabo-Israeliana, nonché l’appalesarsi di nuovi attori economici sullo scacchiere globale, come i BRICS, sigla divenuta ancora più importante dopo il vertice di Kazan, anche per il numero di Paesi che oramai vogliono far parte di questo “cartello”. Quanto sopra, porta a rivedere la catena di approvvigionamenti e l’origine delle fonti energetiche. In questo caso l’Europa si dimostra un player piuttosto debole, anche se ha in attivo delle politiche a garanzia, dei settori strategici, tra questi: Energia; Industria; Ricerca e innovazione; Trasporti. L’approccio della geopolitica che richiede una maggiore cura delle risorse e delle opere di ingegno è possibile possa portare, però, a degli stravolgimenti del vivere quotidiano, anche nell’universo smart. L’allarme dagli USA Negli USA lo strapotere della mobilità targata Cina e Russia comincia a creare dubbi, perplessità e incertezze, lo riporta Forbes. Si ignora se in tutto ciò possa aver avuto un ruolo anche l’attacco alla supply chain libanese da parte di Israele (ovviamente i temi sono contigui ma non sovrapponibili). Oramai è risaputo che la leadership USA, per problemi legati alla privacy e alla sicurezza informatica, studiare una sorta di “divieto di connessione” per i veicoli e i sistemi di guida automatizzata oltreoceano (appunto, provenienti da case automobilistiche di Cina e Russia). Si consideri che, in effetti, se da una parte la connettività aiuta nella fruizione di servizi come GPS e frenata automatizzata, d’altro canto la possibilità di far accedere a delle vulnerabilità presenti su vetture stanziati sul territorio nazionale, è potenzialmente elevato. Vulnerabilità, queste, che potrebbero essere sfruttate da agenti stranieri per destabilizzare la sicurezza delle città USA. Nel caso tali rumors trovassero conferma, attraverso l’emanazione di provvedimenti specifici, è facile immaginare che i costi per le vetture da importazione subirebbero notevoli incrementi. Il contesto Certamente la geopolitica economica qui diventa la reale protagonista, e il cambio di paradigma che si avrà nel passaggio Biden – Trump, ne è un chiaro volano. Interessante anche considerare il volume di affari che coinvolge gli USA e di conseguenza i due competitor. Sicuramente l’elezione di Trump, che, come detto da Draghi, “non necessariamente sarà solamente una cosa negativa”, invitando le istituzioni UE a prendere maggiori decisioni, porterà a una contrazione del mercato in favore dei consumi interni e una sostanziale retromarcia sull’Ucraina, anche un possibile disimpegno dalla NATO. Il settore dell’automotive è sicuramente quello maggiormente soggetto a “stravolgimenti internazionali” e non solo. Considerando che i veri player sono tutti privati, considerando i gruppi di case automobilistiche. Questi, infatti, sono influenzati, già all’origine, dalla loro organizzazione societaria, sovente non interessante una sola divisa nazionale, poi segue gli accomodamenti di carattere economico, come il fissare un domicilio fiscale in un dato paese. Infine, le politiche economiche di un paese influenzano, come probabilmente nel caso USA appena accennato, la produzione e il ciclo logistico. Questo sia in termini di importazioni che di creazione in loco di componentistica dedicata. Concludendo, tanto delicato è questo contesto che è possibile vederne anche le storture, dovute a improvvisi mutamenti, con scenari economici anche divergenti, a volte, guardandole attraverso le lenti delle necessità nazionali, si ripensi alla “via della seta”, per esempio. Silvestro Marascio