Esg Addio alla Certosa Inclusiva, il Comune boccia definitivamente la Smart City sociale Emiliano Ragoni 22 January 2025 Accessibilità Sostenibilità Cala il sipario sulla prima smart city d’Europa. La Certosa Inclusiva, un’opera da 80 milioni di euro, che doveva sorgere nell’ambito del piano di zona B4 Castelverde a Colle degli Abeti, non si farà. Secondo il Campidoglio l’opera non può essere effettuata. La Certosa Inclusiva è un ambizioso progetto di riqualificazione urbana che rappresenta la prima smart city sociale a livello europeo dedicata alle categorie deboli. La città intelligente doveva nascere a Roma, in un’area di 200mila metri quadrati, all’interno del VI° municipio. Nello specifico, l’opera, che prevedeva la realizzazione di residenze, di un polo didattico e uno sportivo, oltre che un centro medico, avrebbe dovuto sfruttare la zona dei casali sita in via delle Cerquete a Castelverde B4. Il Comune blocca la Certosa Inclusiva Tuttavia, l’ambizioso progetto è stato bocciato poiché, stando al Campidoglio, la proposta progettuale “non può ritenersi procedibile”. Perché quindi è stato bocciato? Le ragioni sono da ricercare nel complesso iter burocratico durato diversi anni. Infatti, il progetto, pur essendo nato nel 2017, è stato sottoposto alle autorità competenti solo nel 2019. Antonio Gaetano Palladino, presidente dell’associazione Generazione e futuro Aps, promotrice dell’iniziativa, a Roma Today dichiarò: “Abbiamo chiesto la possibilità di avere l’affidamento dei casali così da poter procedere con le operazioni di bonifica preliminari alla costruzione della certosa inclusiva”. Ci sono poi state una serie di battute d’arresto. La prima, avvenuta per mano della giunta Raggi, addiceva al fatto che l’iter seguito dai promotori non sarebbe stato corretto a causa di una questione di competenze. Nella lettera di risposta della sindaca si leggeva: “alcune aree individuate sono fuori dal perimetro del piano di zona”. Nel 2021 le cose sembrano mettersi nella giusta carreggiata, con la chiusura positiva della prima conferenza dei servizi. Poi un nuovo stop, che, negli anni successivi è diventato definitivo. Questione di definizione La ragione dello stop definitivo risiederebbe nella natura stessa dell’opera. I promotori la definiscono “privata di interesse pubblico”. Ma il Campidoglio non è d’accordo con questa definizione. Nello specifico: si tratta di un’opera pubblica, da realizzarsi con una procedura di partenariato pubblico – privato oppure di un’opera privata di interesse pubblico? La realizzazione della Certosa Inclusiva era sostenuta dalla collaborazione tra Istituzioni, Università, Centri di Ricerca, Aziende Associazioni no-profit e Cittadinanza. L’associazione promotrice del progetto aveva chiesto l’indizione di una nuova conferenza dei servizi, che avrebbe dovuto essere decisoria per il progetto. Il secco no Stando a quanto riportato da Roma Today, però, il dipartimento Programmazione ed Attuazione urbanistica di Roma ha spedito all’aps Generazione Futuro (fondo partecipativo sociale), una risposta perentoria che mette la parola fine al progetto. La nota di Roma Capitale chiude ricordando che l’amministrazione farà un bando dove assegnerà i diritti edificatori dei comparti non residenziali della zona. Emiliano Ragoni